lunedì 30 giugno 2008

Barabba

Barabba - Pär Lagerkvist


Avevo deciso di prenderlo dopo quel che mi aveva detto la Ele a proposito, la quale aveva sentito la presentazione di don Giorgino. E già mi aveva colpito.
Ora sono spiazzata.
Dalla vicenda.
Dal suo significato.
Dallo stile dell'autore.
Alla fine ero commossa. Mi sento colpita, frastornata, ho le idee confuse. Un po' come finire i Karamazov: sai di avere capito poco rispetto al totale, non vedi l'ora di indafare e nello stesso tempo hai già moltissimo su cui riflettere. Uno di quei libri che non finiscono nel momento in cui li chiudi.
Questo per quanto riguarda il significato. Ma in fondo come staccare questi tre elementi? In questo racconto si fondono perfettamente.
Barabba: la sua storia non può che commuovere. Ora citerò, per essere più chiara.
Il libro si legge con gran facilità: intendo dire che è tutt'altro che ostico; lo stile essenziale dell'autore invita a "divorare" il libro.
Detto tra noi uno dei libri più belli che io abbia mai letto.

Ma il vecchio li calmò.
"E' un infelice," disse "e noi non abbiamo il diritto di condannarlo. Anche noi siamo pieni di colpe e di errori e non è merito nostro se il Signore ha avuto misericordia di noi. Noi non abbiamo alcun diritto di condannare un uomo perchè non ha un dio"

Questa è la fine:
Poi furono fatti uscire e condotti alla crocifissione. Erano incatenati a due a due, ma, poichè non erano in numero pari, toccò a Barabba l'ultimo posto della fila e non fu incatenato con altri.
Fu così, per caso. E fu pure appeso, da solo, fuori dalla fila delle croci.
C'era molta gente e ci volle parecchio tempo prima che tutto fosse terminato.
Ma i crocifissi parlarono continuamente fra loro, pieni di fiducia e speranza. Con Barabba non parlava nessuno.
Al calar della sera, gli spettatori, stanchi di attendere, già se n'erano andati. E d'altra parte tutti, là, erano morti.
Barabba soltanto era ancora confitto ed era vivo. Quando sentì appressarsi la morte, della quale aveva sempre avuto tanta paura, disse all'oscurità, come se parlasse con essa:
"A te raccomando l'anima mia"
Ed esalò lo spirito.


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