giovedì 11 dicembre 2008

...Chi rifletté che Egli era strappato dalla terra dei viventi?

Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.
Felicità raggiunta, Montale

Perciò, mentre sono in tempo, corro ai ripari e rifiuto nel modo più assoluto la suprema armonia. Essa non vale una sola lacrima di quella bambina martoriata che si batteva il petto con i piccoli pugni e pregava il "buon Dio" nel puzzolente sgabuzzino... Non le vale, perchè quelle lacrime sono rimaste da riscattare e, se non sono riscattate, non ci può essere alcuna armonia.
I fratelli Karamazov, Dostoevskij





Più vado avanti, e più mi rendo che l'unica possibile risposta al dolore è la morte di Cristo. L'unica risposta da dare a chi chiede: "Dov'era Dio mentre io soffrivo queste cose?" è "In Croce".

Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la bocca.
Come l'agnello condotto al mattatoio,
come la pecora muta davanti a chi la tosa,
egli non aprì la bocca.
Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo;
e tra quelli della sua generazione chi rifletté
che Egli era strappato dalla terra dei viventi
e colpito a causa dei peccati del mio popolo?
Isaia 53,7-8

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