mercoledì 3 dicembre 2008

da "Cuore di cane", Bulgakov

"Si può anche trapiantare l'ipofisi di Spinoza o di qualche altro individuo e trasformare un cane in un essere straordinariamente evoluto, ma, mi domando perchè diavolo si dovrebbe farlo... Spiegatemi, per favore, per quale ragione si dovrebbero creare in laboratorio degli Spinoza quando qualunque donnetta potrebbe prima o poi concepirne uno? [...] Dottore, è l'umanità a provvedere da sola a questo, e per via evolutiva ogni anno, incessantemente, crea decine di considerevoli geni, a gloria dell'universo, selezionandoli da ogni sorta di feccia."


Credo che sia questo, dopotutto, oltre alla feroce satira al regime comunista, evidente anche a me che non sempre colgo queste sfumatore storico-sociali, il messaggio del libro. Semplice, sì. Allora perchè esattamente 80 anni dopo (la prima edizione di questo libro fu del 1928) la società pare non averlo capito, e preferisce fare esperimenti in provetta (dalla fecondazione alle chimere, più tutte le cose in mezzo che francamente ignoro) piuttosto che promuovere la seconda soluzione, più naturale e, detto tra noi, migliore?
Comunque, il libro mi è assai piaciuto. Si vede che l'autore è russo, è proprio un libro geniale. Non che ci siano chissà quali trovate (be', l'idea dell'uomo-cane forse per quei tempi era innovativa), ma proprio per come scrive. Insomma, lui è proprio brillante. E' ironico. E' un piacere leggerlo.
Già solo il fatto che il cane Pallino da umano decide di chiamarsi di cognome Pallini, basterebbe a farlo amare. Sì lo so, quello è un merito della traduzione.
Poi Bulgakov non è che ti scriva la morale o chissà quale riflessione, sei tu che te la devi trovare. L'autore è intelligente e vuole che anche il suo lettore lo sia.
Per ora, basta; devo uscire. Tornerò a parlarne.

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