sabato 26 settembre 2009

Aiace

E non sembravi più nemmeno quello
che dalle porte Scee, guardando il cielo
gridava a Dio con tutta la sua voce
"Sterminaci se vuoi, ma nella luce..."
E il mare grande quando vien la sera
e Dio è lontano per la tua preghiera
qui c'è chi parla troppo e c'è chi tace
tu sei di questi, e al popolo non piace
Chi ha vinto è là che che vomita il suo vino
e quel che conta in fondo è l'intestino

la la la la la la Aiace la la la la la la

E il coro degli Achei che si diletta
hai perso e questo è il meno che ti aspetta
ti stanno canzonando mica male
vai un po' a spiegare quando un uomo vale
Dovevi vincer tu, lo sanno tutti
tu andavi per nemici e lui per gatti
ma il popolo è una pecora che bela
gli fai passar per fragola una mela
Chi ha vinto è là che che vomita il suo vino
e quel che conta in fondo è l'intestino

la la la la la la Aiace la la la la la la

E tu fai fuori mezzo accampamento
ne volano di teste cento e cento
salvo far l'inventario e veder poi
che non sono i tuoi giudici, son buoi
Allora per un mondo che è un porcile
ti val bene la pena di morire
dimmi cosa si prova in quel momento
con la spada sul cuore ed intorno il vento
Fa grande sulla tenda le ombre il fuoco
ma dai, che è stato solamente un gioco

la la la la la la Aiace la la la la la la
(Aiace, Vecchioni)



Non a caso è tutta in endecasillabi.


A che episodio si riferisce la canzone? Breve ripasso su Aiace:

Figlio di Telamone, considerato il più forte guerriero greco dopo Achille.

Alla morte di Achille, Aiace chiese ai Danai di avere le sue armi, dal momento che era suo cugino. Ma, a causa dell'ira di Atena, esse gli furono rifiutate da Agamennone e Menelao, che le diedero a Ulisse. Aiace, furibondo, in un accesso di follia uccise le sue greggi e si colpì a morte con la stessa spada che aveva ricevuto in dono da Ettore, dopo che essi si erano affrontati a duello.

L'onorevole arte che esige lentezza



"Filologia, infatti, è quell'onorevole arte che esige dal suo cultore soprattutto una cosa: trarsi in disparte, lasciarsi tempo, divenire silenzioso, divenire lento. [...] Ma proprio per questo essa è oggi più necessaria che mai: è proprio per questo che essa ci attira e ci affascina così fortemente, nel cuore di un'epoca del “lavoro”, intendo dire della fretta, della precipitazione indecorosa e sudaticcia, che vuol “sbrigare" immediatamente ogni cosa, anche ogni libro antico e nuovo. Per una tale arte non è facile sbrigare una qualsiasi cosa: essa insegna a leggere bene, cioè a leggere lentamente, in profondità, guardandosi avanti e indietro, con pensieri reconditi, lasciando porte aperte"...
(Nietzsche)

Pittori contemporanei sconosciuti



















Le prime due immagini sono di Viktor Efimenko , le altre quattro sono di Jury Obukhovsky.
Le ho trovate su alcuni blog stranieri (credo che fossero russi, o qualcosa del genere). Purtroppo è stato quasi impossibile trovare informazioni sugli autori. A dire la verità per Jury è stato più facile: esiste il sito ufficiale dell'artista, dal quale risulta che egli è un moscovita di 44 anni. Viktor è praticamente inesistente sulla rete. Ho però scoperto, in un modo o nell'altro, che è ucraino ed è del 1952.
Belli i dipinti, no?

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