martedì 28 settembre 2010

Trasloco!

Il blog si trasferisce! Il nuovo indirizzo è: http://teresaromano.wordpress.com/
Au revoir blog! Per i lettori: ci vediamo lì!

John Singer Sargent












venerdì 13 agosto 2010

C.S. Lewis



«Noi non ci accontentiamo di vedere la bellezza, anche se il Cielo sa che gran dono sia questo. Noi vogliamo qualcos’altro, che è difficile esprimere a parole – vogliamo sentirci uniti alla bellezza che vediamo, trapassarla, riceverla dentro di noi, immergerci in essa, diventarne parte»


C.S. Lewis - Prima che venga notte

mercoledì 11 agosto 2010

Leggere&vivere



“Un libro l’ha scritto un altro, è un altro che ha sentito quelle cose. Ma come faccio a sapere, io, se quelle cose sono vere per me? Io devo viverle”.

Una scoperta recente: Irène Némirovsky

«Intanto, si sentivano all’inizio, alla vigilia di ogni cosa. Domani, tutto sarebbe stato ancora meglio! Ma i giorni passavano, la vita passava, e il meglio non arrivava. Quei domani continuamente attesi, e che continuamente, chissà perché, deludevano, erano ciò che alla fine faceva sfiorire la gioventù. E così presto! Ogni mattina, svegliandosi, Marianne pensava che la felicità era lì, finalmente, a portata di mano, e che non sarebbe stata solo la gioia, il piacere di un istante, ma un’altra cosa... Che cosa? Non lo sapeva. Aspettava».



«Spesso l’amore non è che il ricordo di un istante d’amore»


«Una ragazza che soffre, che è sola, appartiene a chi la vuol prendere. Per fortuna, gli uomini non lo sanno»


«Come ci si affretta ad amare quando si è giovani! Quanta paura abbiamo di aspettare! Quanta fretta di fare una scelta definitiva, di indirizzare la nostra vita in questa o quella direzione! Rinfacciamo all’esistenza quella parte di fatalità sulla quale non abbiamo alcuna possibilità d’intervento. Essa, al contrario, è fin troppo docile, malleabile; assume troppo facilmente, non dico la forma, ma almeno l’aspetto caricaturale dei nostri desideri...»



«Non pensate che ci accada di passare, senza riconoscerla, davanti alla strada che gli dei volevano farci prendere?»
«Perché non l’hanno fatto, allora?» mormorò Marianne sforzandosi di sorridere.
«Come saperlo? Forse i nostri desideri sono più forti della loro volontà»


«Vi attrae solo ciò che è frutto dell'immaginazione, ciò che sta ai margini della vita, quel certo alone che la circonda e che non è la vita...»

('Due', Némirovsky)

È facile sentirsi come il vecchio Holden, a volte

«Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira».

«La gente pensa sempre che le cose siano del tutto vere».

«E' buffo. Basta che diciate qualcosa che nessuno capisce e fate fare agli altri tutto quello che volete».

«Avrei messo questa regola, che quando venivano a trovarmi nessuno poteva fare cose fasulle. Se qualcuno cercava di fare cose fasulle, doveva andarsene».


«La cosa migliore di quel museo era che tutto stava sempre allo stesso posto. Nessuno si muoveva. Potevi andarci centomila volte, e quell'esquimese aveva sempre appena finito di prendere quei due pesci, gli uccelli stavano ancora andando verso il sud, i cervi stavano ancora abbeverandosi a quella fonte, con le loro belle corna e le belle, esili zampe, e quella squaw col petto nudo stava ancora tessendo la stessa coperta. Nessuno era mai diverso. L'unico a essere diverso eri tu. (...)
Certe cose dovrebbero restare come sono. Dovreste poterle mettere in una di quelle grandi bacheche di vetro e lasciarcele. So che è impossibile ma è un gran peccato lo stesso».

«Un sacco di volte uno non sa che cosa lo interessa di più finché non comincia a parlare di una cosa che non lo interessa di più».

«Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti».

(Il giovane Holden, Salinger)

venerdì 16 luglio 2010

Grace Kelly














mercoledì 14 luglio 2010

Io amo quest'uomo. E lo amerò sempre.



IL CIELO CAPOVOLTO (Ultimo canto di Saffo)

Roberto Vecchioni



Che ne sarà di me e di te,
che ne sarà di noi?
L'orlo del tuo vestito,
un'unghia di un tuo dito,
l'ora che te ne vai...
Che ne sarà domani, dopodomani
e poi per sempre?
Mi tremerà la mano
passandola sul seno,
cifra degli anni miei...

A chi darai la bocca, il fiato,
le piccole ferite,
gli occhi che fanno festa,
la musica che resta
e che non canterai?
E dove guarderò la notte,
seppellita nel mare?
Mi sentirò morire
dovendo immaginare
con chi sei...

Gli uomini son come il mare:
l'azzurro capovolto
che riflette il cielo;
sognano di navigare,
ma non è vero.
Scrivimi da un altro amore,
e per le lacrime
che avrai negli occhi chiusi,
guardami: ti lascio un fiore
d'immaginari sorrisi.

Che ne sarà di me e di te,
che ne sarà di noi?
Vorrei essere l'ombra
l'ombra di chi ti guarda
e si addormenta in te;
da piccola ho sognato un uomo
che mi portava via,
e in quest'isola stretta
lo sognai così in fretta
che era passato già!

Avrei voluto avere grandi mani,
mani da soldato:
stringerti così forte
da sfiorare la morte
e poi tornare qui;
avrei voluto far l'amore
come farebbe un uomo,
ma con la tenerezza,
l'incerta timidezza
che abbiamo solo noi...

Gli uomini, continua attesa,
e disperata rabbia
di copiare il cielo;
rompere qualunque cosa,
se non è loro!
Scrivimi da un altro amore:
le tue parole
sembreranno nella sera
come l'ultimo bacio
dalla tua bocca leggera.

martedì 18 maggio 2010

Giorgio Gaber - Destra sinistra

Grand'uomo!

venerdì 14 maggio 2010

Century (1)

da:
More about Century

1933

Fila per il pane a White Angel, San Francisco, di Dorothea Lange, una delle più attente fotografe nel documentare la Depressione.



1963 
Liverpool

Un lavoratore portuale a una riunione di protesta contro i datori di lavoro che impiegavano solo manodopera temporanea. Colin Jones ha catturato l'ammirevole dignità di uno dei portuali. 

domenica 11 aprile 2010

Stranamore

«Nel bel mezzo della baraonda sociale che ci frastornava, il nostro Vecchioni sposta il tiro, completamente. Il brano è certamente confezionato con un bel ritmo, belle sonorità e un "riff" di chitarra che prende. Ma quello che veramente cattura l'attenzione è il verso su cui ruota tutto il brano: "Forse non lo sai ma pure questo è amore"
Ti cattura perché amore e ritmo sono una combinazione travolgente. Mi catturò perché sentire cantare d'amore così, nel bel mezzo degli anni di piombo, non era cosa comune.
Vecchioni è una persona colta. Ha insegnato latino e greco per una infinità d'anni (è in pensione dal 2000), mantenendo in qualche modo insieme le due anime. Sono sicuro che il Vecchioni-cantautore ha imparato molto dal Vecchioni-insegnate. E viceversa. In quegli anni così duri e pesanti, Roberto Vecchioni avrà avuto quotidianamente davanti agli occhi tutte le sue domande, le aspettative, le contraddizioni riflesse negli occhi dei giovani che si trovava in classe. Credo che proprio lì sia scattata la scintilla che ha dato vita a questo brano e che ne costituisce la chiave di volta. Quale? Probabilmente non ce ne rendiamo contro, ma tutto, proprio tutto, è bisogno d'amore. Sì, si dovrebbe dire " forse non lo sai, ma pure questo è bisogno d'amore".
(...)
Vecchioni potrebbe raccontarci le mille e mille situazioni, circostanze e avventure della vita, e continuare - giustamente - a ripetrci che tutto - tutto! - è grido d'amore, è bisogno d'amore.
Anche se non lo sappiamo, anche se - come diceva san Paolo - finiamo per far del male quando quando vorremmo fare del bene».

Rino Maniscalco, in "Cosa sarà


STRANAMORE (Pure questo è amore)

(Vecchioni)


E' lui che torna a casa sbronzo quasi tutte le sere
e quel silenzio tra noi due che sembra non finire,
quando lo svesto, lo rivesto e poi lo metto a letto,
e quelle lettere che scrive e poi non sa spedirmi...
forse lasciarlo sulle scale è un modo di salvarmi

E tu che hai preso in mano
il filo del mio treno di legno,
che per essere più grande avevo dato in pegno:
e ti ho baciato sul sorriso per non farti male,
e ti ho sparato sulla bocca invece di baciarti
perchè non fosse troppo lungo il tempo di lasciarti:

Forse non lo sai ma pure questo è amore.

E l'alba sul Danubio a Marco parve fosforo e miele
e una ragazza bionda forse gli voleva dire
che l'uomo è grande, l'uomo è vivo,
l'uomo non è guerra;
ma i generali gli rispondono che l'uomo è vino,
combatte bene e muore meglio
solo quando è pieno.

E il primo disse "Ah sì,
non vuoi comprare il nostro giornale?!"
e gli altri "Lo teniamo fermo tanto per parlare"
ed io pensavo - ora gli dico "Sono anch'io fascista" -
ma ad ogni pugno che arrivava dritto sulla testa
la mia paura non bastava a farmi dire basta.

Forse non lo sai ma pure questo è amore

Ed il più grande
conquistò nazione dopo nazione,
e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
perchè più in là
non si poteva conquistare niente:
e tanta strada per vedere un sole disperato,
e sempre uguale e sempre
come quando era partito.

Bello l'eroe con gli occhi azzurri dritto sopra la nave,
ha più ferite che battaglie, e lui ce l'ha la chiave,
Ha crocefissi e falci in pugno e bla bla bla fratelli,
ed Io ti ho sollevata figlia per vederlo meglio,
io che non parto e sto a guardarti
e che rimango sveglio.

Forse non lo sai ma pure questo è amore.


http://www.youtube.com/watch?v=m0oJp_oWZ0E

Oltre a tutto ciò, i riferimenti letterari e colti sono - come al solito - molti, e spiazzantemente belli.

mercoledì 7 aprile 2010

Henri Cartier-Bresson

«Perché una mosca deve lottare contro l’universo? Perché una margheritina deve lottare contro l’intero creato?»


«Affermiamo che l’unico delinquente pericoloso è il delinquente colto; affermiamo che il delinquente più pericoloso, oggi, è il filosofo moderno che non riconosce legge alcuna. In paragone a lui, gli scassinatori e i bigami sono essenzialmente morali; il mio cuore palpita per loro: essi accettano gli ideali essenziali del genere umano, sono colpevoli soltanto di raggiungerli per una via sbagliata. I ladri rispettano la proprietà: essi desiderano semplicemente che la proprietà diventi loro, per poterla rispettare in modo più perfetto; ma i filosofi odiano la proprietà in se stessa, vogliono distruggere l’idea stessa di possesso personale. I bigami rispettano il matrimonio o non passerebbero attraverso la formalità altamente ufficiale e perfino religiosa della bigamia; ma i filosofi disprezzano il matrimonio in quanto matrimonio. Gli assassini rispettano la vita umana: essi aspirano semplicemente a conquistarsi una maggior pienezza di vita sacrificando quelle che considerano esistenze inferiori; ma i filosofi odiano la vita stessa.»


«Anche lei ha quell’eterna idea cretina che, se l’anarchia venisse, verrebbe dai poveri! E perché mai? I poveri sono ribelli, ma non sono stai mai anarchici: hanno più interesse di tutti che ci sia un governo che funzioni. Il povero è legato al proprio paese; il ricco no e se ne può andare nella Nuova Guinea col suo panfilo quando vuole. I poveri qualche volta hanno protestato contro un cattivo governo; i ricchi hanno sempre protestato contro qualunque governo. Gli aristocratici sono stati sempre anarchici: pensi alle guerre dei baroni».


« Perché se il segretario rappresentava il filosofo che ama la luce primigenia ed informe, Syme era la personificazione del poeta che cerca sempre di foggiare la luce in forme particolari, di suddividerla nei soli e nelle stelle. Il filosofo talvolta può amare l’infinito; ma il poeta ama sempre ciò ch’è compiuto: per lui il grande momento non è la creazione della luce, ma la creazione del sole e della luna».


«Perché ogni cosa sulla terra combatte contro ogni altra cosa? Perché ogni piccola cosa al mondo deve lottare contro tutto il mondo? Perché una mosca deve lottare contro l’universo? Perché una margheritina deve lottare contro l’intero creato? Per la stessa ragione per cui io dovevo essere solo nel terribile Consiglio dei Giorni: affinché chiunque obbedisce alla legge possa conoscere la gloria e l’isolamento dell’anarchico; affinché ogni uomo che combatte in nome dell’ordine possa essere coraggioso e buono come il dinamitardo; affinché la menzogna di Satana possa essere ributtata in faccia a questo bestemmiatore; affinché nelle lacrime e nelle tortura ciascuno di noi possa meritarsi il diritto di dire a quest’uomo: “Tu menti!”. Nessuna sofferenza può essere troppo grande, per comprarci il diritto di dire a costui che ci accusa: “Abbiamo sofferto anche noi”».







da L'uomo che fu giovedì di G. K. Chesterton

Tom Palumbo



















martedì 6 aprile 2010

Etty Hillesum


«Una volta vivevo sempre come in una fase preparatoria, avevo la sensazione che ogni cosa che facevo non fosse ancora vera "vera", ma una preparazione a qualcosa di diverso, di grande, di vero, appunto. Ora questo sentimento è cessato. Io vivo, vivo pienamente e la vita vale la pena viverla ora, oggi, in questo momento; e se sapessi di dover morire domani direi: mi dispiace molto, ma così com'è stato, è stato un bene».


«E' tipico che io voglia essere sempre desiderata dall'uomo, che la nostra femminilità sia sempre la suprema conferma del nostro essere mentre è cosa quanto mai primitiva. I sentimenti di amicizia, stima, amore per noi donne in quanto persone sono tutte belle cose - ma in fin dei conti, non vogliamo forse che l'uomo come tale ci desideri come donne?».


«Certe volte mi capita di pensare: la mia vita è completamente sbagliata, c'è un errore: ma questo capita solo quando ci si fa una determinata idea della vita, rispetto a cui può apparire sbagliato come realmente viviamo».


da Diario (1941-1943) di Etty Hillesum

mercoledì 31 marzo 2010

Mucha









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