sabato 27 settembre 2008

In lettura... "il genocidio censurato"


Illuminante.
Preciso: fornito di dati, riferimenti, fonti. Non c'è un'affermazione che non sia provata.
E nonostante questo accattivante. Un argomento così non può non interessare. Non ci si può non sentire toccati. Ti apre gli occhi sull'aborto, e non solo. E' un ottimo modo per iniziare a farsi un'idea di come funzionino le cose oggi, soprattutto nel mondo della cultura e della politica di fronte ai grandi temi etici.
Comunque, oltre a leggere questo mi sto documentando in altri modi. Intanto ho intenzione di leggere qualcosa "pro aborto" e, con l'eventuale aiuto di un adulto o un libro che può benissimo essere lo stesso "genocidio censurato" di Socci, vedere dove e perchè le argomentazioni fanno acqua. Non che io abbia qualche dubbio a proposito della giustizia dell'aborto. Non ne ho assolutamente. La questione è semplice: o si decide di chiamarlo omicidio (di un innocente, perdipiù), o lo si chiama in un altro modo e si inizia ad alterare la realtà.

Ok, vi metto anche il link. Se volete, vedetelo. Io le foto le ho viste (per pochi secondi, lo ammetto). E io, lo sanno bene amici e parenti, sono molto impressionabile. Esatto, il messaggio è: se ce l'ho fatta io, vedete di farcela :D

Alcune immagini del feto fino ai cinque mesi - e in seguito del feto abortito

Le prime immagini sono pacifiche: il feto fino ai cinque mesi. Vivissimo. Vedrete che è molto più umano di quel che alcune persone vogliono farvi credere; e non per niente ci sono sempre molte polemiche quando qualcuno mostra immagini di feti vivi e vegeti per invitare a non abortire ("mamma, non uccidermi") . Vi invito a non perdervi ciò che dice Socci a proposito di questa disgustosa ipocrisia.
Dopo ci sono quelle del feto abortito. Sì: fanno impressione.

Nota bene finale: il libro non l'ho ancora finito. Tornerò a farmi sentire, perchè l'argomento mi sembra urgente e di primaria importanza.

E' morto Paul Newman

Non mi meraviglierei troppo, scoprendo che, magari, alcuni di voi non hanno idea di chi fosse Paul Newman, o che -più probabilmente- ne hanno sentito parlare ma sanno molto poco di lui. Mi meraviglierei poco perchè io stessa l'ho conosciuto solo qualche settimana fa, vedendo il bellissimo "La gatta sul tetto che scotta".
Avevo sempre sentito parlare bene di questo film. In verità non mi attirava molto, soprattutto a causa del titolo mi ero fatta l'idea di un film squallido. E' invece è proprio un bel drammone!



La storia in breve: i protagonisti sono Brick (Paul Newman) e Maggie (Elizabeth Taylor). Marito e moglie. Non vanno molto d'accordo, o meglio: lui, alcolizzato, si sta allontando da lei -e il perchè lo scopriamo nel corso del film- e lei cerca con tutte le sue forze di riconquistarlo. Ma non è tutto qui.
Sono ospiti della famiglia di lui, Brick, che oltre al ricchissimo padre e la madre ha anche un fratello, il quale ha sposato una donna alquanto antipatica e con la quale ha fatto un sacco di figli antipatici quanto la madre. Il padre di Brick è ammalato di cancro e sta per morire, ma nessuno glielo ha detto. E, ovviamente, la famiglia di antipatici lo tratta benissimo sperando nei soldi, appena tira le cuoia.
La vicenda si sviluppa: veniamo a scoprire cose interessanti sui personaggi.
La parte più bella è la finale: quella in cui il vecchio padre scopre di stare per morire. C'è un bellissimo dialogo col figlio Brick. Brick depresso, amareggiato dalla vita e in fondo disgustato dal padre, che ha sempre dato più importanza ai soldi che all'amore. E il padre... riuscirà a pentirsi della sua vita superficiale? Riuscirà a capire che al posto di coprire i figli di cose, avrebbe dovuto dar loro affetto? Non vi dico tutto, ovviamente. Anzi, smetto proprio di raccontarvelo. Così vi resta anche il dubbio di come finisca la storia tra Brick e la moglie... Che cosa li allontanava? Riescono, infine, a comprendersi? Vedrete.
Il finale ha una morale che ammicca molto ai più bei valori evangelici, più o meno consapevolmente.

Un film molto "teatrale": nel senso che un'enorme importanza è data ai dialoghi e alla psicologia dei personaggi, dei loro rapporti tra loro. La storia l'ha scritta il celebre Tennesse Williams, che forse avrete sentito nominare in quanto ha sceneggiato anche lo splendido dramma "Un tram che si chiama desiderio". Gli attori sono bravissimi. Paul Newman e il vecchio risaltano tra tutti. E Paul Newman ha gli occhi più belli di tutta la storia del cinema.


E così è morto. Oggi. Era già malato di cancro. Aveva 83 anni.
Be' dai, lo volevo ricordare.
Riposi in pace.

P.S. Uno degli uomini più belli che io abbia mai visto!!





venerdì 12 settembre 2008

Con quale autorità?


Ho letto su "Nel territorio del diavolo" di Flannery O'Connor una frase che dice, parlando di come dev'essere una buona storia:
il lettore deve avere la sensazione che si svolga intorno a lui.
Ed è esattamente quello che succede leggendo questo libro! Meriterebbe di essere più famoso.
Le vicende dei personaggi mi hanno davvero presa, mi ha entusiasmato il fatto che viene raccontato un pezzo di storia in cui la Chiesa romana è perseguitata (in Inghilterra, a causa della riforma) e dunque si leggono ritratti di cristiani forti e ammirabili.
E' il tipo di libro che riesce a rimettere in discussione la mia fede, e che molto spesso ne esce fortificata.
Bello!

(p.55) Temete la gloria poichè la vergogna è vicina. Desiderate la vergogna poichè ad essa di sicuro seguira la gloria


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